Caldo e Incendi Minacciano il Morrone: Indagini in Corso
A causa dell’ondata di caldo violenta che sta imperversando nella zona, il Morrone è di nuovo afflitto dall’incubo degli incendi. I sindaci di Sulmona e Pratola hanno passato la notte in presidio, mentre gli elicotteri sono entrati in azione aprendo i Centri Operativi Comunali (COC). Tuttavia, alle 5.30 del mattino, i due elicotteri sono tornati a operare, con una crescente preoccupazione per il vento che sta tornando a soffiare.
La situazione è particolarmente critica, tanto che la Procura di Sulmona ha aperto un fascicolo contro ignoti in merito all’incendio. I primi rilievi condotti dai carabinieri forestali hanno permesso di individuare il punto d’innesco delle fiamme nei pressi dell’ex cava di Bagnaturo. Ora i militari stanno cercando di rintracciare eventuali fototrappole posizionate nella zona per ricostruire tutti i movimenti delle auto e delle persone nelle ore precedenti all’incendio. Tuttavia, l’operazione si sta dimostrando abbastanza complicata.
Le conseguenze dell’incendio sono devastanti per la natura, con almeno 500 ettari di bosco distrutti solo nel pomeriggio precedente. Il rogo ha interessato un’area di circa ottomila metri quadrati, raggiungendo il rifugio del Colle delle Vacche, che fortunatamente è rimasto intatto. Attualmente, sono circa 50 le squadre che stanno lavorando incessantemente per domare le fiamme. Queste squadre includono Vigili del Fuoco, Protezione Civile e unità specializzate del Parco Nazionale della Maiella, oltre alle forze dell’ordine che presidiano il territorio. Durante la notte, è stata garantita una costante vigilanza nelle zone sensibili.
Per contrastare l’incendio, un elicottero e un Canadair sono stati impegnati in diversi sganci d’acqua. L’obiettivo principale è contenere il fuoco per gestire al meglio il fronte delle fiamme nelle ore più calde della giornata, quando si prevede un ulteriore rialzo delle temperature. Al fine di proteggere le abitazioni, sono state messe in atto misure di sicurezza tramite l’utilizzo di mezzi agricoli. Inoltre, per ragioni di ordine pubblico, sono state chiuse due strade.
Le operazioni di soccorso e spegnimento delle fiamme hanno ripreso all’alba, intorno alle 5.30, con mezzi di soccorso sia a terra che dall’alto. Fabio Ferrante, funzionario del servizio emergenze Protezione Civile regionale, ha riferito che attualmente la principale preoccupazione è il vento che sta gradualmente aumentando di intensità. Tuttavia, gli occhi di tutti sono puntati al cielo, sperando che la pioggia attesa per metà pomeriggio possa porre fine ai piccoli focolai ancora attivi in alcuni punti delle coste laterali del monte. Finora, si stima che circa 350 ettari di vegetazione, principalmente pineta e macchia mediterranea, siano andati distrutti, un risultato simile a quanto accaduto sei anni fa.
La situazione rimane critica, ma le autorità stanno facendo il possibile per arginare l’incendio e proteggere la zona colpita. Le indagini in corso cercheranno di far luce sull’origine dell’incendio e punire gli eventuali responsabili di questa disastrosa catastrofe ambientale.