A causa dell’avvio del fermo pesca lungo l’Adriatico, le attività della maggior parte della flotta italiana sono bloccate, portando a un’interruzione del pesce fresco in tavola. Coldiretti Impresapesca ha annunciato che i pescherecci in Abruzzo saranno ormeggiati dal 19 agosto al 24 settembre. Il fermo è già in corso da Trieste ad Ancona e da Bari a Manfredonia, con il ritorno in mare previsto per il 9 settembre. Nell’area centrale dell’Adriatico, da San Benedetto a Termoli, le attività saranno sospese dal 19 agosto al 24 settembre.
Nonostante questa interruzione, Coldiretti Impresapesca sottolinea che saranno comunque disponibili prodotti ittici italiani, come pesce azzurro, alici, sarde, pesce spada, spigole, orate, sogliole, cannocchie, vongole e cozze, provenienti dalla piccola pesca, dalle draghe e dall’acquacoltura.
Tuttavia, secondo Coldiretti Impresapesca, il fermo pesca 2023 non risponde appieno alle esigenze delle aziende e alla sostenibilità delle principali specie ittiche nazionali. Nonostante gli sforzi e le restrizioni attuate dalla flotta nazionale in passato, alcune risorse che il fermo dovrebbe preservare non hanno mostrato un miglioramento significativo nel corso di 38 anni di fermi precedenti. La flotta nazionale ha subito una contrazione del 33% delle unità da pesca e la perdita di 18.000 posti di lavoro.
Il fermo di quest’anno si verifica in un periodo delicato, poiché ci sono nuove linee guida del Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che gravano sulla Flotta Italia. La misura più impattante è il divieto del sistema di pesca a strascico. Le nuove linee prevedono anche restrizioni sulle aree di pesca, con tagli fino al 30% rispetto alle attuali, con scadenze ravvicinate nel 2024 e nel 2027, per concludersi nel 2030, secondo quanto affermato da Coldiretti Impresapesca.
