Tragedia nel Parco: L’Uccisione Dell’Orsa Amarena Sconvolge l’Abruzzo

Nella serata dì giovedì 31 agosto, un tragico evento ha sconvolto la tranquilla periferia di San Benedetto dei Marsi, situata al di fuori del Parco e dell’Area Contigua. Un uomo di 56 anni ha sparato e ucciso l’orsa Amarena con colpi di fucile, commettendo un atto di estrema crudeltà e insensatezza.

La Procura di Avezzano, guidata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato, ha avviato un’indagine nei confronti dell’uomo in base all’articolo 544bis del codice penale, che punisce chiunque causi la morte di animali per crudeltà o senza giustificato motivo. L’uomo rischia una pena che va dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Nel frattempo, è emerso che l’assalitore era legalmente autorizzato a detenere armi da fuoco, ma tutte le sue armi sono state sequestrate dai carabinieri della stazione di San Benedetto dei Marsi, insieme al bossolo esploso.

L’aggressore ha cercato di giustificare il suo gesto, affermando di aver sparato per paura e di non aver avuto l’intenzione di uccidere l’orsa. Ha descritto l’atto come impulsivo e istintivo.

Questo grave episodio ha un impatto devastante sulla popolazione di orsi marsicani, che conta solo una sessantina di esemplari. Amarena era una delle femmine più prolifiche del Parco e, nonostante avesse causato danni alle attività agricole e zootecniche, tali danni erano sempre stati risarciti dal Parco, senza che l’orsa rappresentasse mai una minaccia diretta per gli esseri umani.

Le forze dell’ordine hanno messo in atto una massiccia operazione di ricerca per salvare i due cuccioli di Amarena, che si trovano ora spaesati e impauriti dopo aver perso la loro madre a causa dei colpi di arma da fuoco.

Il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha commentato l’accaduto, definendolo un episodio grave e chiedendo un’indagine accurata. Ha sottolineato l’importanza del coordinamento tra le autorità regionali, il Parco, e altre istituzioni per proteggere i cuccioli rimasti liberi.

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha espresso dolore e rabbia per l’atto incomprensibile e ha dichiarato la prontezza della Regione a costituirsi parte civile nel processo contro l’aggressore per tutelare l’immagine e l’onorabilità della comunità.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, ha sottolineato la gravità dell’episodio e ha chiesto di attendere i risultati delle indagini prima di emettere giudizi definitivi. Ha evidenziato che l’orsa Amarena non aveva mai costituito una minaccia per gli esseri umani.

Questo triste episodio si inserisce in un contesto più ampio di violenza contro gli orsi marsicani nel centro Italia, con numerosi esemplari uccisi nel corso degli anni a causa di veleni, malattie trasmesse dal bestiame, bracconaggio e altre cause misteriose.

Amarena è diventata l’ennesima vittima di questa violenza, e la sua morte ha colpito profondamente la comunità di Villalago, che l’aveva accolta e protetta per anni. Gli abitanti di Villalago esprimono il loro cordoglio e condannano l’atto vile che ha portato alla morte dell’orsa.

Una testimonianza ocularmente conferma la paura e l’impotenza dell’orsa Amarena di fronte all’aggressione umana. La comunità e gli amanti della natura sono uniti nel dolore per questa tragica perdita e nella speranza che giustizia sia fatta per l’orsa e i suoi cuccioli.

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