Per la prima volta bimbo di 6 mesi sottoposto a tracheotomia

Per la prima volta bimbo di 6 mesi sottoposto a tracheotomia. All’Ospedale di Pescara è stato eseguito il primo intervento di tracheotomia per insufficienza respiratoria su un paziente pediatrico. A guidare l’equipe medica è stato il dottor Claudio Caporale assieme alle anestesiste, la dottoressa Maria Rizzi e la dottoressa Angela Lannutti.

Intervento di tracheotomia e PEG per un piccolo paziente di Pescara

Il bambino nato fuori Abruzzo, ha raggiunto il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale di Pescara a causa di un’insufficienza respiratoria cronica da broncodisplasia. Tali problematiche sarebbero insorte a seguito della nascita prematura, la quale provoca un’alterazione nello sviluppo del polmone.

Per la prima volta un bimbo di 6 mesi è stato sottoposto ai due interventi chirurgici di tracheotomia e PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea). Questi consentiranno al bambino di essere assistito nella respirazione e di essere nutrito per via enterale con alimentazione artificiale. 

Questi interventi sono stati cruciali per il presidio ospedaliero di Pescara, rappresentando un significativo traguardo che ha permesso di eseguire entrambe le procedure nello stesso ospedale, semplificando il processo di assistenza al neonato e riducendo i disagi per la famiglia.

Come accade alle persone affette da Sla, il bimbo potrà ricevere allo stesso modo un’adeguata assistenza presso il proprio domicilio.

La fase post-operatoria nei pazienti pediatrici e malati di Sla

I pazienti pediatrici, come nel caso del bimbo di 6 mesi e i malati Sla che hanno subito un intervento di tracheotomia e PEG, necessitano in egual modo di un’assistenza quotidiana.

Per quanto riguarda la tracheotomia, l’assistenza coinvolge la pulizia della cannula e la sostituzione dei dispositivi ad essa collegati. Quando necessario, è essenziale aspirare le secrezioni che il paziente non riesce a espellere autonomamente. La sostituzione della cannula tracheale, di solito mensile, avviene in un ambiente protetto come l’ospedale, spesso seguito da un periodo di ricovero in una struttura riabilitativa. Questo permette al paziente di adattarsi alla respirazione meccanica, mentre il familiare acquisisce competenze nel corretto utilizzo e controllo delle apparecchiature elettromedicali.

Dopo l’inserimento della PEG, il paziente riceve nutrizione attraverso una sacca contenente una miscela nutrizionale, eliminando l’alimentazione per bocca. Per gestire correttamente la PEG, specialmente nella prima settimana, è necessaria una medicazione quotidiana per prevenire infezioni. È importante prestare sempre attenzione alla possibile fuoriuscita di succhi gastrici.

Entrambi gli interventi favoriscono il precoce reinserimento del paziente in famiglia, riducendo i tempi di degenza.

L’importanza di non sentirsi soli

Le figure che si prendono cura del paziente non sono sempre dei sanitari ma spesso si tratta di familiari che vengono istruiti appositamente per garantire un’assistenza ottimale.

È quindi fondamentale che ci sia una rete di continuità tra l’ospedale ed il territorio di riferimento, in modo che i pazienti abbiano sempre un punto di riferimento.

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