Gli agricoltori protestano anche in Abruzzo

Gli agricoltori protestano anche in Abruzzo. La marcia degli agricoltori è arrivata nei giorni scorsi a Pescara e, nella mattinata del 29 gennaio, a Chieti. La protesta è iniziata nel mese di dicembre dalla Germania e dalla Francia, quando agricoltori e allevatori hanno bloccato le strade con i loro trattori.

Tale protesta sarebbe nata per contrastare le decisioni del governo tedesco di abolire gradualmente i sussidi per l’acquisto del diesel utilizzato dagli agricoltori.

A seguire, gli agricoltori francesi, spagnoli, belgi e olandesi hanno partecipato a proteste nazionali in risposta agli impatti derivanti dalle riforme ambientali e dall’incremento dei costi.

Gli agricoltori protestano a Pescara e Chieti

Nelle giornate del 25, 26 e 27 gennaio, gli agricoltori abruzzesi hanno condotto una manifestazione di protesta. La marcia si è tenuta all’ex Cofa di Pescara il 25 gennaio ed in Piazza Unione il 26. Nella mattinata del 27 gennaio, gli agricoltori hanno organizzato una sfilata con i loro trattori lungo la riviera, attraversando i comuni di Pescara e Montesilvano.

Durante questa marcia il corteo ha ricevuto il sostegno e gli applausi da parte dei cittadini, manifestazioni di solidarietà che hanno sottolineato l’importanza della protesta agricola.

Dopo la città di Pescara, la protesta è arrivata anche a Chieti nella mattinata del 29 gennaio, organizzata dal Comitato di Bonifica Sostenibile di Chieti. Il Comitato ha scelto di protestare in risposta all’assenza di risposte da parte dell’Amministrazione del Consorzio di Bonifica Centro.

La manifestazione ha visto la partecipazione di allevatori, agricoltori e famiglie, attraversando viale Abruzzo e concludendosi in via Liri.

Uno dei fondatori del Comitato, Gabriele Trovarelli, ha commentato l’evento affermando: “Mi sento molto gratificato della partecipazione ricevuta da parte di tante persone, famiglie e trattori. Il nostro obiettivo è quello di restituire la gestione dei consorzi agli agricoltori”.

Il Comitato di Bonifica Sostenibile

Il Comitato di Bonifica Sostenibile è nato spontaneamente oltre due anni fa con l’intento di sostenere il comparto agricolo e riportare le norme che regolano il Consorzio di Bonifica.

“Il nostro Comitato ha semplicemente anticipato le proteste agricole che si stanno svolgendo in questi giorni. È da oltre due anni che chiediamo che vengano rispettate le norme.

Gli agricoltori abruzzesi sono quelli che stanno pagando di più in Italia. Questi non dovrebbero essere chiamati rincari bensì incapacità regionali.

Siamo stati accusati dalle istituzioni regionali di essere degli ignoranti, dopo aver presentato al presidente Marsilio una raccolta firme di 1300 partecipanti.

Non è possibile che in Abruzzo per l’irrigazione paghiamo 270 euro per ogni ettaro, quando la media nazionale è di 70 euro. Questa è la tariffa che è stata applicata, ovvero una quota che tutti i contribuenti sono costretti a pagare anche se non utilizzano l’acqua”.

I motivi della protesta

Il 2023 è stato un anno difficile per l’agricoltura a causa di disastri naturali come alluvioni, seguiti da periodi di siccità intensa non solo in Italia ma anche nel Portogallo e Grecia. Inoltre il settore agricolo ha affrontato sfide legate alla necessità di adottare pratiche più sostenibili in risposta alle linee guida del Green Deal dell’Unione Europea.

Queste misure non riguardano solo l’agricoltura ma sono parte di un’impostazione più ampia per promuovere la sostenibilità ambientale. L’obiettivo principale è raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, con una riduzione di almeno il 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030.

A tali motivazioni se ne aggiungono altre che stanno suscitando preoccupazione all’interno del settore agricolo. Innanzitutto, vi è l’inquietudine riguardo la carne sintetica, una novità che sta generando interrogativi in merito al suo impatto sull’agricoltura tradizionale. Un altro nodo cruciale è legato alla problematica della trebbiatura del grano, sollevando questioni pratiche e organizzative.

Gli agricoltori protestano anche per la recente introduzione di una nuova legge sugli insetti e la loro macinazione è stata oggetto di contestazione, poiché alcuni ritengono che non rientri nella cultura agricola italiana, suscitando preoccupazioni sulle tradizioni e le pratiche consolidate nel tempo.

Un ulteriore elemento che ha contribuito all’indignazione degli agricoltori è rappresentato dall’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime. Questa accelerazione dei prezzi sta mettendo a dura prova gli operatori del settore, rendendo la gestione economica delle attività agricole ancor più complessa.

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