Violazione Etichettatura Salumi: Normative Stricter Adottate in Italia
Nella provincia di Chieti, alcuni supermercati hanno commercializzato confezioni preimballate di salumi (sottovuoto, in vaschette o in budello) senza rispettare la normativa nazionale riguardante l’etichettatura corretta dei prodotti a base di carne.
Il NIPAAF (Nucleo di Polizia Agroalimentare e Forestale) ha accertato che molti salumi, prodotti in laboratori italiani, non riportavano le indicazioni di legge riguardanti l’origine delle carni utilizzate. Le informazioni venivano stampate in modo poco visibile, non consentendo ai consumatori di riconoscere facilmente la provenienza delle carni, sia che provengano da stati membri dell’Unione Europea che da paesi extra UE. Questa pratica viola il decreto interministeriale del 6 agosto 2020, valido in via sperimentale fino al 31 dicembre dell’anno in corso, che integra il Regolamento UE n. 1169/2011 e pone l’obbligo per i produttori di rendere chiara l’origine delle materie prime utilizzate nei prodotti a base di carne.
L’Italia ha adottato normative più restrittive rispetto alle previsioni comunitarie per garantire una corretta e completa informazione ai consumatori e per rafforzare la prevenzione e repressione delle frodi alimentari e della concorrenza sleale. Le nuove normative prevedono l’obbligo di indicare chiaramente nel campo visivo principale delle etichette dei prodotti a base di carne suina il luogo di provenienza della carne (una misura simile è stata introdotta anche per pasta, latticini e pomodori trasformati).
Si ricorda che, secondo la normativa comunitaria, l’obbligo di indicare la materia prima utilizzata nella preparazione dei prodotti trasformati (ingrediente primario) è obbligatorio solo quando l’etichetta esplicitamente indica il paese di origine dell’alimento. Tuttavia, l’Italia ha preso misure più stringenti per garantire la massima trasparenza riguardo all’origine delle carni e degli altri ingredienti utilizzati nei prodotti alimentari.
