La formazione della Nuova Pescara è in corso, ma non si nota una vera fusione tra le parti. Questa è l’opinione di Riccardo Varveri, segretario dei Radicali Abruzzo. Varveri continua affermando che ciò che verrà approvato durante l’assemblea costitutiva del 4 settembre non rappresenta lo statuto di un’unione territoriale di Comuni, ma piuttosto un discutibile progetto di spartizione del potere: 150 posizioni di potere in cambio di una popolazione di 200mila abitanti. Quattro municipi divideranno anche Pescara, portandola indietro di un secolo, nonostante venga definita “città dannunziana” – un termine che suscitarebbe ribrezzo in D’Annunzio stesso, che un secolo fa promosse l’unione tra Castellammare Adriatico e Pescara. Lo statuto da approvare prevede quattro municipi (Spoltore, Montesilvano, Pescara Nord e Pescara Sud) e il consiglio comunale avrà solo poteri politici di indirizzo e di controllo amministrativo. Varveri sottolinea che questa suddivisione porterà all’elezione di fino a 150 nuovi consiglieri, un quarto del numero dei parlamentari italiani. Le spese e i costi aumenteranno considerevolmente, considerando anche i vari uffici e collaboratori che saranno necessari a causa del trasferimento dei poteri dal consiglio comunale a quelli municipali. Questo è l’opposto dell’ottimizzazione dei costi. Varveri continua: “Ricordiamo, come Radicali Abruzzo, che il referendum del 2014 chiedeva se dovesse essere istituito il Comune di Nuova Pescara, che includeva i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore, i quali sarebbero stati soppressi contemporaneamente. Qui, invece di una soppressione, vediamo un aumento del numero di centri di potere e una struttura amministrativa che, anziché unire, separa, simile a una confederazione qualsiasi.
