Lavoratori Stagionali Nella Costa Abruzzese: Condizioni Precarie e l’Appello alla Protezione dei Diritti

Daniela Primiterra, segretaria provinciale di Chieti della Filcams Cgil, ha reso nota una situazione preoccupante nel settore dei lavoratori stagionali nei ristoranti lungo la costa pescarese. Molti di loro ricevono buste paga di soli 300 euro per 10 ore settimanali, ma effettivamente lavorano non meno di otto ore al giorno, spesso in nero, per raggiungere un salario di 1.000 euro. Queste condizioni sono diventate la norma, non l’eccezione.

La situazione è emersa nel contesto della campagna nazionale “Mettiamo il turismo sottosopra”, che mira a sensibilizzare e informare i lavoratori stagionali sulla protezione dei loro diritti. Allo stesso tempo, i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro hanno rivelato che la stragrande maggioranza delle aziende nel settore turistico e nei pubblici esercizi è irregolare, con tassi di non conformità del 76% in media, che raggiungono il 95% nel Sud.

Questa situazione crea problemi per gli imprenditori onesti che subiscono la concorrenza sleale da parte di quelli che utilizzano pratiche scorrette per abbattere i costi. Le condizioni di lavoro sono addirittura peggiorate rispetto agli anni precedenti, portando a un aumento delle controversie tra i lavoratori e i datori di lavoro. Nonostante ci siano offerte di lavoro, alcuni imprenditori preferiscono sfruttare i dipendenti senza rispettare i contratti collettivi del settore turistico.

La consapevolezza tra i giovani sta crescendo, e sempre più di loro non accettano condizioni di lavoro umilianti e non temono denunce. Alcuni preferiscono cercare lavoro all’estero o in altre regioni dove gli stipendi sono più alti e i diritti dei lavoratori sono rispettati. Questo atteggiamento degli imprenditori che sfruttano i lavoratori è criticato come un cattivo investimento, poiché si perdono le migliori professionalità e si crea un ambiente lavorativo poco motivante per i dipendenti.

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