L’ultimo saluto a Miriam Vivarini, campionessa di kickboxing

Nella mattinata del 27 gennaio, la cattedrale di San Cetteo a Pescara si è riempita di un affetto commosso per dare l’ultimo saluto a Miriam Vivarini, figura indiscussa del kickboxing. La sua prematura ed improvvisa scomparsa a soli 37 anni, lascia un profondo vuoto nel cuore di parenti, amici e di tutta la comunità sportiva.

Miriam Vivarini e la passione da combattente

La carriera da combattente di Miriam Vivarini ha avuto inizio nella palestra di Maurizio D’Aloia, suo mentore, la cui scomparsa nel 2019 aveva segnato profondamente la sua vita e la sua carriera. Grazie all’incontro con l’allenatore Maurizio Diodati della palestra Black Mamba di Pescara, la vita di Miriam prese una svolta significativa. Questo incontro ha rappresentato un nuovo inizio permettendole di ritrovare la grinta e la determinazione che avevano caratterizzato i primi anni della sua carriera.

La carriera della kickboxer ha raggiunto vette straordinarie, conquistando titoli regionali, interregionali ed infine, il prestigioso titolo di campionessa mondiale. La dedizione instancabile e la passione di Miriam, non solo l’hanno resa una campionessa indiscussa ma hanno anche proiettato in alto il nome dell’intero team che l’ha vista crescere nel mondo del kickboxing.

 

Un’anima generosa anche fuori dal ring

Miriam Vivarini è stata non solo un’atleta abile e talentuosa sul ring ma anche una persona di cuore, generosa e disponibile fuori dal quadrato. Così è stata descritta da amici, colleghi e da tutte quelle persone che hanno condiviso sui social un messaggio di cordoglio.

Miriam è stata una ragazza che oltre a dedicare una vita allo sport e alla preparazione atletica, ha scelto di intraprendere la strada della psicologia dimostrando empatia e vicinanza a chi ne avesse bisogno.

 

Il ricordo dei familiari

A dare l’ultimo saluto alla campionessa mondiale, è stata una chiesa gremita di calore e commozione.

Durante la cerimonia funebre, sono stati due cugini di Miriam a prendere la parola. Hanno condiviso ricordi toccanti descrivendola non solo come una campionessa eccezionale ma anche come una donna che ha seminato gentilezza e generosità.

La loro testimonianza ha contribuito a rendere omaggio non solo all’atleta straordinaria ma anche alla persona amata e stimata da chiunque l’abbia conosciuta.

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