Abbandono scolastico in Abruzzo. Quali le possibili soluzioni?

Abbandono scolastico in Abruzzo. Quali le possibili soluzioni? Non è facile porre rimedio ad un fenomeno di questo tipo. Specialmente in territori variegati dove la dimensione socioculturale ed economica ha forti mutazioni. E’ bene allora analizzare i dati, capirne le cause e progettare soluzioni il più possibile indirizzate a gruppi di giovani ben definiti.

Abbandono scolastico, numeri e cause principali

In Italia la dispersione scolastica è tra le più alte di tutta Europa. In effetti come incidenza siamo dietro solo a Romania (15,2%) e Spagna (13,3%) e ci attestiamo intorno al 12,7%. Ancor più preoccupante è la percentuale di NEET (giovani che tra i 19 e 24 ne lavorano ne studiano) che raggiunge il 23,1% contro una media Europea del 13,1%.

In Abruzzo i ragazzi che abbandono la scuola sono 8 su 100. Prima tra le cittadine Abruzzesi, davanti anche ai capoluoghi di provincia c’è Avezzano con un’incidenza del 12,58%. A seguire Pescara (11,68%), Teramo (11,44%), L’Aquila (11,00%) e Chieti (10,50%).

Tra le cause che più incidono sull’abbandono scolastico c’è la difficoltà di apprendimento, demotivazione e senso di inadeguatezza che è direttamente collegata alla dimensione socioeconomica famigliare. Questo significa che dove i genitori sono scarsamente istruiti si verificano più cause di abbandono scolastico da parte dei figli.

Ma tra le cause principali di abbandono ci sono anche quelle che riguardano gli alunni fragili culturalmente ed economicamente. E’ questo argomento che approfondiremo subito per capirne le gravi e negative conseguenze.

La dispersione scolastica degli alunni “fragili” provoca gravi e negative conseguenze sociali

Nella maggior parte dei casi, il gruppo degli alunni “fragili” è identificato in una grande cerchia di giovani. Fanno di parte di questo gruppo i disabili, i figli dei disabili, chi è svantaggiato dal punto di vista economico. Ragazzi già penalizzati in partenza, fin dall’accesso al mondo della scuola.

E tra gli studenti “fragili” c’è chi non riesce a sopportare il maggior carico psicologico dovuto alla situazione che vivono. Il successivo abbandono scolastico porta conseguenze dapprima personali. L’abbandono porta a limitare la crescita personale, sociale, cognitiva ed emotiva.

Si stima inoltre in termini economici una perdita di PIL per una nazione che va dall’1,8% al 6,8% annuo. Ma il fattore più grave e che le persone che vivono in situazioni di svantaggio (disabili, figli di disabili e economici) se realizzati nello studio porterebbero un valore aggiunto (maggiore benessere) nella società. Non solo in termini economici ma sociali, creando indirettamente circuiti virtuosi di benessere sociale derivanti dalla valorizzazione delle proprie skill personali all’interno di tutti gli ambienti frequentati (lavorativi e non).

Come valorizzare i giovani fragili per ridurre il tasso di abbandono scolastico e creare maggiore benessere nella società

Bisogna essere consapevoli che la valorizzazione dei fragili oltre ad essere un compito è anche motivo di evoluzione civica, sociale ed economica delle nostre comunità. Allora come fare per incentivare i giovani fragili allo studio?

Una possibile soluzione che vi proponiamo è quella sviluppata da Radio ISAV. Un sistema di gratificazione continua basata sul Pay-donation (puoi consultare in cui abbiamo parlato di questo innovativo modello di business qui) che motiva i giovani allo studio senza gravare sul bilancio familiare.

In sostanza i “ragazzi fragili”, figli dei malati di Sla in vita o defunti, vengono costantemente sostenuti dall’emittente Radio ISAV. Come? Gli utili della radio vengono destinati ad uno specifico fondo e distribuiti tra i ragazzi che stanno portando avanti il proprio percorso di studi. Gli stessi figli dai malati di Sla, ogni anno caricano su una specifica piattaforma tutte le spese sostenute nello studio (affitti, libri, tasse universitarie, trasporti, pc, tablet ecc. ecc.).

Radio ISAV così va a quantificare quanto ogni ragazzo ha speso. E senza chiedere la loro situazione reddituale (ISEE), senza chiedere cosa loro ci faranno con i soldi, senza chiedere un rendiconto, eroga un premio. Il premio è il rimborso per tutte le spese sostenute per gli studi, erogate direttamente nelle tasche dei figli dei malati. In questo modo, ognuno di loro ogni anno riceve una somma di denaro che è un riconoscimento del loro impegno nello studio. Carmen Di Donato, in foto, è una delle ragazze che nonostante la malattia della mamma Lucia, è riuscita a laurearsi (clicca qui per vedere il video della sua laurea).

Questo da una parte permette ai ragazzi di essere sempre motivati, dall’altra alle stesse famiglie che lottano con la Sla di avere una maggiore disponibilità economica per garantirsi assistenza e cure. Il meccanismo è intrinseco di tanti valori. L’umiltà di soffrire per poi sfogarsi nelle giuste cose, lo studio. La consapevolezza che più sacrificio equivale a  più risultato. La gratificazione di un premio con la riconoscenza verso chi ti sostiene. La coscienza di saper dell’essere stati aiutati per aiutare il prossimo.

Con questo progetto trasmettendo i valori appena descritti, riusciremo secondo voi a portare nella società di domani uomini e donne capaci di fare la differenza?

 

 

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